Dopo aver letto queste poche righe prendete il vostro smarthpone e riponetelo in un cassetto. Prendete un attimo del vostro tempo e andate a trovare i vostri genitori o nonni e fatevi raccontare una storia.

Noi lo abbiamo fatto.
Ci hanno parlato della loro gioventù e raccontato di come i terreni dove noi oggi lavoriamo erano delle distese adibite proprio alla coltura della canapa. Come per noi oggi è normale, passeggiando nelle campagne, imbattersi in patate, fagioli, mais; in un passato, non tanto lontano, era comune trovarsi davanti coltivazioni di canapa.
Riportandoci l’allegria del canto dei loro uccellini, ci hanno, poi, rivelato come le lenzuola in cui dormivano erano fatte proprio di canapa!
Se in armadio ritrovate dei tessuti di canapa sicuramente saranno in perfette condizioni. Questo perché la canapa tra le fibre naturali è la più durevole, resistente anche a calore, muffe e insetti. Vanta, infatti, proprietà antibatteriche e si oppone allo sviluppo di funghi. Indossare tessuti di canapa permette, poi, di assorbire l’umidità del corpo tenendolo asciutto.
Ai tempi dei nostri nonni, possedere un campo di canapa era considerato un genere di prima necessità. Pensate che in un matrimonio la famiglia della sposa seminava canapa per la preparazione della dote.
Anche gli scarpets, le tipiche calzature friulane lavorate a mano erano fatte di canapa!
Anna
Sì, queste calzature, originarie della Carnia, costituiscono una tradizione molto antica.
Bino
“Eh… possono essere un originalissimo dono nuziale!!!”
Anna
… Anche TU che stai leggendo, mi raccomando non farti venire strane idee in testa… !!

Un breve accenno storico.
La trasformazione della fibra di canapa affonda le sue radici nel Medioevo. Alla fine del 1700 si iniziarono a utilizzare metodi industriali e nel 1873 nacque il canapificio nazionale che diede il via all’esplosione della produzione. La maggior parte dei tessuti era destinata alla marina mercantile e militare.
La canapa per la sua fibra tessile è stata orgoglio nazionale fino agli anni ’50 del secolo scorso. Noi italiani eravamo stimati in tutto il mondo per la qualità dei nostri tessuti: lenzuola, biancheria, panni, stracci, cordame e abiti. L’Italia era il primo produttore mondiale a livello qualitativo con esportazioni fino in Sud America ed Estremo Oriente.
E oggi com’è la situazione?
Oggi in Italia la produzione di canapa tessile è stata in parte abbandonata. Il motivo è da ricercarsi nella mancata meccanizzazione delle operazioni sia di raccolta che lavorazione e in una concomitante diffusione delle fibre sintetiche. Tutto questo ha portato, parallelamente anche all’applicazione di leggi accostanti la canapa al concetto di droga, al declino della canapicoltura in Italia.
Attualmente, al pari di altri prodotti, dipendiamo totalmente dall’estero importando fibre, in particolare dalla Cina.
È doveroso puntare nuovamente sulle caratteristiche della fibra di canapa in un’ottica anche di sostenibilità ambientale. La canapa ha un impatto ambientale notevolmente minore rispetto al cotone. La coltivazione di quest’ultimo richiede, infatti, l’utilizzo di notevoli pesticidi inquinanti e rilevanti quantità di acqua. La canapa, invece, cresce quasi ovunque senza necessità di utilizzo di sostanze chimiche offrendo, quindi, notevoli vantaggi per il nostro pianeta.
E allora coltiviamo canapa… per un futuro più sostenibile!
Anna e Bino